SINDROMI DEPRESSIVE INFANTILI

"Non è la sofferenza del bambino che è ripugnante di per se stessa, ma il fatto che questa sofferenza non è giustificata." 

(Albert Camus)

Parlare di depressione in età evolutiva è sempre complesso e delicato. Bisogna ricordare che la struttura di personalità del bambino è ancora in evoluzione, pertanto l’eventuale diagnosi deve tenere conto della mobilità delle strutture psichiche e dei normali processi evolutivi ancora in corso.

I dati epidemiologici segnalano come la depressione infantile sia in costante aumento, e potrebbero sembrare a molti in contrasto con la percezione comune, al di fuori dal pensiero e dall’evidenza clinica, che farebbe ritenere ai più che all’età dell’innocenza debba corrispondere un umore sereno e libero da disturbi clinici. È invece necessario ricordare come anche in età evolutiva siano presenti alcuni disturbi, che tuttavia spesso si manifestano in forme “mascherate”, oppure non possono essere verbalizzati da bambini che ancora non hanno maturato una piena competenza linguistica o che non dispongono di una matura percezione del Sé e dei propri vissuti. Tuttavia quando i genitori o gli adulti che si occupano del bambino riconoscono alcuni segnali di disagio, e di conseguenza richiedono in tempi rapidi un intervento, proprio la mobilità delle strutture psichiche ancora in evoluzione consentono di intervenire in modo efficace, prima che eventuali elementi disfunzionali si cristallizzino.

La psicoterapia dell'età evolutiva si occupa infatti proprio degli specifici disturbi che riguardano i bambini e gli adolescenti, e consente di intervenire sul disagio che essi portano, e consente loro di superare la momentanea impasse al fine di poter ritornare al proprio percorso evolutivo con maggiori risorse.


Cosa sono i disturbi depressivi infantili e come si manifestano? La sintomatologia.

I disturbi depressivi in età evolutiva si manifestano in modo vario, anche in relazione all’età di insorgenza del disturbo stesso: un bambino piccolo ad esempio potrà avere modalità di espressione del disagio diverse da quelle di un preadolescente, e ancora diverse da quelle di un adolescente. In linea generale possiamo comunque dire che il tratto principale è il cambiamento del tono dell’umore, che spesso si accompagna a cambiamenti nell’attività psicomotoria, nel sonno, nell’appetito o nel peso.

Sul piano affettivo i bambini con disturbi depressivi manifestano una profonda e persistente tristezza, e niente sembra distrarli da essa, che inoltre sembra non essere connessa ad alcun evento spiacevole in particolare. La tristezza si accompagna ad un comportamento quasi “spento” del bambino, come se nulla potesse attirare il suo interesse, come se nessuna delle normali attività che era solito svolgere fosse più in grado di dargli piacere (anedonia). Per alcuni bambini tuttavia può accadere che questa tristezza si manifesti attraverso “l’altra faccia della medaglia”, e compaiono allora espressioni di rabbia e irritabilità che non paiono essere connesse ad un evento scatenante particolare, ma paiono piuttosto essere connesse ad un disagio che non trova altre modalità di espressione. Ad ogni modo c’è una difficoltà nella regolazione dell’umore, con frequenti episodi di disregolazione.

Sul piano cognitivo e comportamentale un bambino con un umore depresso si "riconosce" subito: non gioca, o gioca in modo piatto e monotono, si muove poco, appare rallentato e molto spesso cede al pianto. Il rallentamento non è solo motorio ma si manifesta anche sul piano del pensiero, e spesso conduce ad una difficoltà a concentrarsi e ad un calo del rendimento, sia in ambito scolastico che nelle attività extrascolastiche, producendo spesso un conseguente calo dell’autostima che può ulteriormente incidere sull’umore depresso.

Sul piano somatico, molto spesso i bambini manifestano un affaticamento e una stanchezza che non pare a prima vista correlati all’effettiva attività svolta. Possono, come dicevamo, d’altro canto mostrare “l’altra faccia della medaglia”, e quindi essere particolarmente attivi e reattivi, ma con una reattività che mostra da subito delle incongruenze, più un “agitarsi” che un “attivarsi”. Spesso inoltre, soprattutto nei bambini piccoli, il disagio si manifesta attraverso lamentele di disturbi fisici di vario tipo (mal di testa, mal di pancia, ecc.). Compaiono inoltre frequentemente alterazioni del ciclo sonno-veglia o alterazioni dell’appetito, con conseguenti variazioni di peso.


Il vissuto soggettivo nella depressione in età evolutiva. Cosa sente un bambino  con un disturbo depressivo?

Il vissuto dei bambini con un disturbo depressivo dell’umore è spesso caratterizzato da una sensazione di non sentirsi amato, di non avere valore, anche quando sono inseriti in contesti familiari amorevoli e attenti. Essi possono sperimentare sensazioni di impotenza, di autocritica, o entrambe. Sono vulnerabili sul piano emotivo, si turbano facilmente, e necessitano di un tempo considerevole per potersi calmare. Questo turbamento può, come già detto, manifestarsi su più versanti: soprattutto come tristezza, ma a volte anche come rabbia e irritabilità. Ciò che caratterizza entrambe le espressioni è comunque la loro persistenza ed il fatto che questi bambini sentano particolarmente difficile uscire da queste crisi: la tristezza è pervasiva, intensa, persistenze, e anche quando provano irritabilità questa pare intensa e inarrestabile. È difficile superarla, e anche quando ci riescono, si trovano poi frequentemente alle prese con rimorso e tristezza.

Questi vissuti si traducono poi in pensieri e fantasie relative al non essere amato, al non essere capace, al non piacere a nessuno, all’essere incompresi. I pensieri spesso riflettono preoccupazione per la propria o l’altrui incolumità. Sono frequenti anche i pensieri di suicidio, anche in età infantile (benché sia meno frequente che in età adolescenziale o adulta), che non vanno sottovalutati. Anche il gioco ed il disegno si colorano dei toni cupi delle preoccupazioni legate alla morte.

Tutto ciò si ripercuote negativamente anche nelle relazioni, che diventano un ambito di sperimentazione del sé e di crescita molto difficile per i bambini con disturbi depressivi dell’umore. Infatti all’interno delle relazioni essi sperimentano ancora la difficoltà nella regolazione degli affetti, si possono sentire respinti, vittime, o aggrediti, e spesso queste sensazioni vengono esperite anche nella relazione con gli stessi genitori. Hanno bisogno di un aiuto in più per poter gestire gli affetti e le relazioni.


Diagnosi e terapia

La depressione anche nei bambini è in aumento, e la percezione un po’ “naif” dell’infanzia come periodo di spensieratezza è purtroppo tristemente smentita dalle ricerche epidemiologiche. È infatti sempre più evidente come disturbi depressivi possano manifestarsi fin dalla primissima infanzia, anche se con modalità diverse da quelle dell'età adulta. Alla base del disturbo possono esserci diversi fattori: alcune ricerche evidenziano il ruolo di fattori genetici e biologici, altre mettono in evidenza le componenti relazionali che si individuano alla sua base, altre ancora ne sottolineano una possibile origine di tipo traumatico. Si può però affermare che più componenti concorrano al manifestarsi dei disturbi depressivi, e che ogni caso necessiti di una valutazione corretta e puntuale, a maggior ragione con i bambini e gli adolescenti, che sono ancora caratterizzati da una notevole mobilità delle strutture psichiche, che sono ancora in evoluzione.

La diagnosi quindi è il primo fondamentale passo per poter definire le caratteristiche del disturbo, e al fine di verificare una eventuale presenza in comorbilità di altri disturbi, in particolare disturbi d’ansia, disturbi oppositivo-provocatori e disturbi del comportamento alimentare, che frequentemente si presentano associati ai disturbi depressivi in età evolutiva. Bisogna inoltre ricordare che la “tristezza” spesso si associa a varie forme di disagio in età evolutiva, non necessariamente depressive, e va pertanto indagata per poter giungere ad una diagnosi precisa.

Dopo aver effettuato una accurata valutazione diagnostica, la psicoterapia consente di andare ad intervenire sugli elementi alla  base della depressione. In particolare la psicoterapia psicoanalitica consente di indagare la dinamica psichica che sostiene il disturbo, di valutare su un piano profondo gli elementi psicoevolutivi, di sostenere il cambiamento all'interno della relazione terapeutica, di promuovere uno sviluppo armonico. Naturalmente l'intervento terapeutico in età evolutiva sarà modulato in base non solo all'età anagrafica del bambino, ma anche in base al suo personale livello di sviluppo, e potrà quindi implicare l'utilizzo di colloqui psicologici, ma anche del gioco e del disegno e in generale degli strumenti più adatti al livello di sviluppo di ogni specifico bambino.


BIBLIOGRAFIA:

  • A.P.A. - American Psychiatric Association, “DSM-5 - Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – Fifth Edition”, American Psychiatric Publishing, Washington DC, 2013
  • AA. VV., “PDM – Manuale Diagnostico Psicodinamico”, Raffaello Cortina Editore, Milano,  2008
  • Mc Williams N., (1994) “La diagnosi psicoanalitica”, Casa Editrice Astrolabio, Roma, 1999

Il presente articolo è puramente informativo e non sostituisce la diagnosi di uno specialista. 

I contenuti sono descrittivi e rappresentano solo una breve e non esaustiva sintesi degli aspetti clinici coinvolti nei disturbi depressivi in età evolutiva.