Doctor shopping e ipocondria

Doctor shopping”: così viene definito quel costante peregrinare tra medici messo in atto dai pazienti che manifestano preoccupazioni di natura ipocondriaca. Ai medici vengono richiesti costanti accertamenti, accumulando esami e referti, alla ricerca di qualcosa che, citando Battisti, “è dentro me ma nella mente tua non c’è. Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi… emozioni”.

Perché di questo si tratta, in senso lato di “emozioni”, nonché di significati e simbolizzazioni. Nel senso che la sofferenza del paziente ipocondriaco, sofferenza che non ha una base organica, è legata al funzionamento psichico nella sua complessità, e ha origini remote. Per illustrare ciò farò riferimento ad un interessante articolo qui consultabile.


Alle ricerca delle origini dell'ipocondria

Il funzionamento psichico si basa anche su un processo di significazione del corpo e dei suoi segnali (mentalizzazione del corpo), che si sviluppa a partire dall’infanzia e continua in età adulta, e che consente alla persona di dare un significato pensabile a quanto avviene nel corpo, visto nella sua complessità, non solo come corpo fisico, ma anche come area di comunicazione e transizione con il mondo esterno.

Quando questo processo non riesce a svilupparsi in modo ottimale (ad esempio a causa di traumi relazionali precoci), non si raggiunge una definizione di un senso di sé sicuro e maturo.

“L’ipocondria rappresenterebbe allora per la persona un meccanismo mentale con cui cerca di comprendere che cosa sia successo al proprio Sé per diventare così fragile, frammentato. In altri termini il bisogno di rassicurazioni sul proprio valore personale viene trasformato in una ricerca di rassicurazioni sulla propria esistenza e continuità fisica” (ibidem).

Ma le rassicurazioni sono difficili da trovare nel mondo esterno e nelle relazioni, anche a causa dei traumi relazionali precoci presenti all’origine del disturbo, che vanno a ledere la fiducia negli altri e nel mondo esterno. Privo di riferimenti esterni, quindi, l’individuo si ritrova smarrito, e finisce per leggere i segnali che arrivano dal corpo nell’ottica di un attacco alla propria esistenza, un’alterazione della propria continuità fisica, con una conseguente sofferenza.


Il corpo diventa teatro di eventi psichici non mentalizzabili 

Il corpo diventa allora il teatro sul quale vanno in scena gli eventi psichici che non possono essere comunicati, a causa di questa assenza di riferimenti esterni. Gli eventi psichici si manifestano attraverso rimuginazioni ossessive sul corpo, e attraverso convinzioni di malattia che non sono confutabili. 

In tal modo, centrata sul proprio corpo, la persona con tratti ipocondriaci può avere la sensazione di riuscire a dare un significato alla sua sofferenza, ma è un significato parziale e disfunzionale, che lo mantiene lontano dal contatto con l’altro e con una genuina espressione delle sue emozioni.


La psicoterapia

Nello spazio della relazione terapeutica, invece, tutti questi movimenti relazionali possono trovare un nuovo spazio di espressione e di risignificazione, e possono consentire, insieme alla rielaborazione delle esperienze del corpo, di affrontare e superare la sofferenza. 

Per maggiori informazioni è possibile richiedere una consulenza qui.




Riferimenti:

https://culturaemotiva.it/2019/ipocondria-e-ansia-da-malattia/ 


Foto di Karolina Grabowska da Pexels