Spesso chi mi contatta per un primo colloquio informativo, arriva in studio con le idee comprensibilmente confuse sul tipo di intervento che potremmo attivare (intervento di consulenza, di sostegno, di psicoterapia, o altro). Ed in questo caso compito del primo colloquio è fare una buona analisi della domanda per capire quale possa essere il tipo di intervento più opportuno e fornire tutte le informazioni necessarie sui diversi percorsi possibili e sulle loro caratteristiche. Altre volte la confusione riguarda anche gli stessi vissuti che la persona sperimenta, che spesso sono vaghi, ancora poco definibili e poco comprensibili, qualcosa cui non si era abituati, e che magari vengono raccontati come un generico "malessere" che non si riesce bene a delineare. Fortunatamente il primo colloquio è proprio il momento giusto per chiarire questi primi aspetti: indagheremo insieme il motivo della richiesta, quali possibili aree andare ad indagare e su quali lavorare, quali le risorse, ed illustrerò infine le modalità di intervento che verranno adottate.
Questo senso di “confusione” però purtroppo spesso non riguarda solo quel comprensibile senso di smarrimento che può incontrare chi si trova ad andare per la prima volta dalla psicologa, o affronta per la prima volta un disagio psicologico.
Molto spesso la confusione è a monte: riguarda quali siano effettivamente le competenze e la professionalità della figura dello psicologo. Non aiuta in questa confusione l'emergere di varie "professioni" che cercano di agire su aree ai confini della psicologia, contribuendo a quella confusione che non è di aiuto a chi sta cercando di capire quale sia la figura professionale cui è più opportuno rivolgersi.
Può essere d'aiuto quindi uno schema riassuntivo che dà anche visivamente e in modo immediato un'idea su quattro professionisti che si potrebbero incontrare quando si cerca un sollievo dai diversi tipi di problematiche psicologiche o di disagio. Per tutto quanto non compare nello schema o per altre informazioni è possibile contattarmi.

Come si può notare spicca il fatto che le prime tre sono professioni sanitarie che prevedono una preparazione a livello universitario ed il conseguimento di una laurea magistrale, mentre il counselor non svolge una professione sanitaria, e non deve necessariamente essere laureato, in quanto acquisisce la sua formazione attraverso un corso di counseling della durata di tre anni.
Certo la formazione universitaria non è di per sé garanzia di competenza professionale: a tutti sarà purtroppo capitato almeno una volta di incontrare un professionista poco preparato (sia questo un medico, un avvocato, un commercialista o altro), ma sicuramente l'assenza di una preparazione di alto livello non può deporre a favore di una maggiore competenza.
Naturalmente questa non vuole essere una arida discussione su "chi ha più titoli": quello che vorrei sottolineare è che oltre alla laurea i professionisti sanitari sono anche tenuti a superare un Esame di Stato e ad iscriversi all'Albo professionale per poter esercitare, e ciò rappresenta un forte elemento di garanzia e tutela della salute degli individui che ad essi si rivolgono.
L'Ordine (degli Psicologi o dei Medici) vigila sull'effettiva presenza delle competenze necessarie nei professionisti che si iscrivono all'Albo e vigila sul corretto esercizio della professione. Non stiamo quindi parlando di semplici "titoli" ma di elementi di garanzia per la salute pubblica. E non esiste un organismo garante di tale tipo per quanto riguarda i counselor.
Anche le competenze naturalmente tra questi professionisti sono diverse.
Se psicologi e psicoterapeuti possono fare i colloqui psicologici clinici, non altrettanto può fare il counselor, il quale non ha le competenze necessarie né l'abilitazione per questi interventi. Lo psichiatra invece effettua visite psichiatriche, di impostazione più legata all'ambito medico, ma non colloquio psicologici.
Per quanto riguarda la psicoterapia, questa potrà essere svolta da professionisti (medici o psicologi) abilitati al suo esercizio a seguito del conseguimento di una specializzazione quadriennale in psicoterapia. Chi è solo psicologo e non psicoterapeuta non può praticare la psicoterapia. Gli psichiatri possono praticare la psicoterapia dopo la specializzazione in psichiatria, ma avendo quest'ultima un'impostazione più medica che psicoterapeutica, a volte conseguono anche una effettiva specializzazione in psicoterapia prima di esercitarla.
Gli psichiatri sono autorizzati a prescrivere farmaci e psicofarmaci, così come lo sono i medici psicoterapeuti, avendo una preparazione medica alle spalle. Non possono invece prescrivere farmaci gli psicologi e gli psicologi psicoterapeuti.
Insomma le differenze sono tante, ed è importante conoscerle per rivolgersi al professionista competente per le proprie esigenze.
Ogni professionista sarà comunque in grado e disponibile, anche già in sede di primo colloquio gratuito, ad offrire tutte le informazioni necessarie per un scelta consapevole e che possa mettere in moto un necessario e positivo cambiamento.

