La regolazione affettiva
La teoria della regolazione affettiva sostiene che la regolazione dell’affetto sia fondamentale per un funzionamento ottimale dell’individuo.
Mantenere la regolazione affettiva quando in noi si scatenano dei forti affetti e ritrovarla recuperando uno stato regolato dopo aver attraversato uno stato di disregolazione dell’affetto sono capacità cruciali per un funzionamento adattivo.
Tolleranza affettiva, modulazione dell'affetto e resilienza affettiva
Il Sé fiorisce e si sviluppa quando la tolleranza affettiva ci consente di modulare l’affetto, cioè di sperimentare forti affetti senza disregolarci: possiamo arrabbiarci senza andare su tutte le furie o possiamo essere tristi senza diventare depressi, possiamo cioè sperimentare e modulare i nostri affetti all'interno della nostra personale finestra di tolleranza, senza sconfinare in condizioni di iperarousal o ipoarousal (cioè iperattivazione o ipoattivazione).
Ma se non riusciamo a modulare l’affetto, il nostro funzionamento può peggiorare, con conseguenze su vaste aree di funzionamento, ad esempio sul pensiero, che potrebbe diventare più confuso. Capita naturalmente a volte di disregolarsi: fa parte della normale esperienza di vita. A chiunque può capitare occasionalmente di sperimentare una tristezza estrema o di andare su tutte le furie. Ma in questi casi è possibile di solito ritornare ad uno stato affettivo nuovamente regolato, in quanto ci viene in aiuto in questi casi la resilienza affettiva, cioè la capacità di recuperare il funzionamento dopo una esposizione a disregolazione indotta da stress.
Quando però ci sono delle carenze in una o più di queste componenti – nella tolleranza affettiva, nella modulazione e nella resilienza affettiva – la regolazione affettiva incontra degli ostacoli, e possono manifestarsi dei sintomi psicopatologici, quali stati d’ansia, sintomi depressivi, ecc.
Origine della regolazione affettiva
Come si sviluppa la capacità di regolazione affettiva? Da dove trae origine? Essa nasce e si sviluppa all’interno delle relazioni significative già a partire dalla primissima infanzia (ad esempio nella relazione mamma-bambino), e tende ad essere trasmessa dal caregiver al bambino nelle relazioni di attaccamento.
Una relazione mamma-bambino caratterizzata da una connessione emozionale stabile e regolativa pone le basi per uno sviluppo favorevole, sia sul piano psicologico che neurobiologico.
La regolazione affettiva si struttura e si sviluppa in seguito anche all'interno delle successive relazioni significative, dell'infanzia e dell'età adulta.
Psicoterapia e regolazione affettiva
Nella psicoterapia, allo stesso modo di quanto accade nella relazione mamma-bambino e nelle relazioni significative, si verificano esperienze di regolazione affettiva, sperimentate all'interno della specifica relazione paziente-terapeuta.
Diventa qui possibile attivare un percorso che consenta di promuovere un cambiamento, di aumentare la finestra di tolleranza affettiva, di incrementare e supportare la capacità di modulazione degli affetti e di favorire la resilienza affettiva.
Si attiva dunque un cambiamento che va ad agire sul piano psicologico e anche sulle strutture neurobiologiche responsabili della regolazione affettiva nei pazienti, promuovendo lo sviluppo delle capacità poste alla base della regolazione affettiva, e diventa così possibile favorire il recupero del funzionamento ottimale dell’individuo.
Articolo a cura della dott.ssa Erika Debelli, la riproduzione parziale o totale dello stesso è consentita solo citando il nome dell'autrice.
Bibliografia di riferimento:
Hill D. (2015), Teoria della regolazione affettiva. Un modello clinico, Raffaello Cortina Editore, 2017.
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