Adolescenza tra reale e virtuale

 

La mentalizzazione del corpo tra mondo online e mondo offline

L’adolescenza richiede ai ragazzi e alle ragazze di affrontare dei compiti evolutivi fase specifici. Tra questo insieme di compiti un posto sicuramente di rilievo è riservato alla mentalizzazione del corpo, che costituirà una delle componenti che concorreranno alla costruzione dell’identità dell’adolescente.

I cambiamenti del corpo non coinvolgono infatti soltanto il piano fisico, ma devono condurre ad una rappresentazione mentale del corpo pubere e delle sensazioni che esso produce, con tutte le implicazioni psicologiche che ciò comporta.

Il progressivo movimento degli adolescenti da un piano reale e fisico ad un piano virtuale mediato dal web porta naturalmente a chiedersi quali effetti ciò possa avere anche sui processi evolutivi fase specifici dell’adolescenza ed in particolare sulla mentalizzazione del corpo, il quale viene esposto, modificato, filtrato, postato così ampiamente nei selfie, nei reel, nei video degli adolescenti online.

Nell’universo online ci si affida all’interazione con il gruppo femminile per capire con quali procedure mentalizzare le metamorfosi e interpretare i valori di genere” scrivono R. Spinello e A. Todisco nel loro contributo sul libro “Le ragazze sono cambiate” (2019).

Secondo le autrici il copro postato dalle adolescenti sul web è il loro corpo reale che viene semplicemente “appoggiato” sulle piattaforme: sono infatti sempre meno frequenti i nickname o gli avatar, si utilizzano sempre più spesso i propri nomi autentici, e anche i corpi postati sono sempre più spesso corpi autentici, seppur con qualche piccolo ritocco, corpi che si possono riconoscere incontrandoli nel mondo reale offline. Questo è dovuto al fatto che il mondo online è per ragazzi e ragazzi di oggi non dissimile dal mondo offline, non esiste più una netta differenza tra i due. Pertanto le ragazze possono iniziare a sperimentare proprio nel mondo online i propri Sé possibili, sperimentazione che accompagna il processo di crescita, e che condurrà, all’interno di interazioni e relazioni tra pari, alla definizione di un proprio Sé che potrà infine essere pienamente spendibile sia nella vita online che nella vita offline degli adolescenti.

 

Quali i rischi?

Il mondo online non è esente da rischi. Oltre alla possibilità di incontrare contenuti disfunzionali e non idonei (pensiamo ad esempio ai siti “pro Ana” che sostengono comportamenti disfunzionali tipici dell’anoressia, o i siti “pro Mia” per quanto riguarda la bulimia), un possibile rischio potrebbe essere connesso ad un accesso precoce al mondo online, quando la ragazza (o la bambina) non ha ancora maturato le competenze cognitive, emotive, di rappresentazione del Sé, necessarie per gestire in modo competente e in autonomia le interazioni nel mondo virtuale.

Su questo si inserisce un tema di attualità: il crescente sviluppo di contenuti gestiti dalle “baby influencer”, ragazzine o sempre più spesso bambine che provano, consigliano, testano, acquistano prodotti di bellezza non più riservati solo alle bambine, ma rivolgendosi ai prodotti destinata alla fascia di consumatrici adulte (di questo ho parlato in una recente intervista rilasciata al Fatto Quotidiano).  

Il gioco con i trucchi “dei grandi” ha sempre fatto parte delle esperienze di ogni bambina o ragazzina, alle prese con le prime sperimentazioni e costruzioni di un possibile Sé adolescente. È parte del naturale processo di imitazione dei bambini, che consente di sperimentarsi momentaneamente in altre identità di prova, di giocare ad essere grandi, di diventare temporaneamente altro da sé, nello spazio protetto e sicuro della recita, del gioco, della finzione, ritornando poi alla loro abituali modalità e identità da bambini. Il rischio per lo sviluppo può presentarsi quando viene a mancare la possibilità di sostare nella dimensione del gioco, quando il trucco non rimane il “travestimento” temporaneo da provare nella propria cameretta per sperimentarsi e giocarsi in diverse rappresentazioni di sé nel processo di costruzione dell’identità, ma diventa la “maschera” che ostacola una reale sperimentazione e la scoperta e costruzione della propria nascente identità.

 

Un gioco che favorisce la crescita o un ostacolo alla crescita: quando preoccuparsi?

Il gioco ha tra le sue caratteristiche principali quelle di procurare piacere e divertimento, di essere limitato nel tempo, e di sostenere l’acquisizione e la sperimentazione di nuove capacità, nonché lo sviluppo. Un genitore dovrebbe preoccuparsi quando mancano queste caratteristiche.

Se la beauty routine del social intrappola la bambina nel compito da eseguire e non nel piacere di sperimentarsi, allora dobbiamo chiederci cosa stia succedendo, se non sia alle prese con un’ansia legata alla crescita o all’immagine di sé, che cerca di silenziare affidandosi ad una rigida routine, che nella sua rigidità pare in grado di contenere le ansie della crescita ma che fa perdere al gioco e alla beauty routine la qualità della piacevolezza e la sperimentazione libera del sé.

Se poi non esiste un tempo dedicato al gioco e alla sperimentazione di sé che sia distinto dal tempo della quotidianità della bambina, possiamo chiederci dove e in quale tempo si trovi o si sia persa la bambina: il rossetto che non può essere solo provato a casa ma vuole essere indossato a scuola ci può interrogare sulla maschera che deve nascondere la paura nei confronti di una crescita o di un’identità che ancora non riesce ad essere pienamente costruita e che deve essere nascosta agli altri con un rossetto.

Il genitore dovrebbe inoltre fare attenzione al particolare significato che il rivolgersi alla cura del sé e alle beauty routine ha per bambini e adolescenti. Se infatti per un adulto si tratta effettivamente di rispondere a mere questioni estetiche, per un bambino o adolescente si tratta di rispondere a questioni identitarie. È uno spazio di gioco e sperimentazione del sé. Ma il gioco si interrompe e non apre spazi di crescita se alla richiesta di un rossetto rispondiamo semplicemente acquistando un rossetto, come se la richiesta fosse solo di matrice estetica.

 

Per tali ragioni è importante che i genitori non abdichino al loro ruolo e tutelino i bambini e i ragazzi, consentendo loro di sperimentarsi e scoprire, anche sul web oltre che nella vita offline, ma osservando non solo la qualità delle interazioni e dei contenuti online, ma anche il significato e la funzione che questi interessi svolgono in questa specifica fase evolutiva.

 

 

Intervista su Il Fatto Quotidiano:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/03/lossessione-per-creme-e-skincare-inizia-gia-a-10-anni-il...


Bibliografia:

  • Pietropolli Charmet G., Paracchini E., Spinello R., Rossetti A. (a cura di), “Le ragazze sono cambiate. Le nuove adolescenti nel mondo reale e virtuale”, Ed. Franco Angeli, Milano, 2019
  • Maggiolini A., Pietropolli Charmet G. (a cura di), “Manuale di psicologia dell’adolescenza: compiti e conflitti”, Ed. Franco Angeli, Milano, 2004

 

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