Una guida illustrata per la gestione dello stress


COS’È LO STRESS?

Lo stress è una risposta ad un evento negativo definito “stressor” (che può essere esterno – come ad esempio la pandemia – o interno – ad esempio legato a vissuti personali nelle relazioni); richiede all’individuo una capacità di risposta e di adattamento che supera le sue attuali capacità.


Ne facciamo tutti esperienza nel corso della vita, e rispondiamo in modo diverso in base alla interazione dinamica tra le nostre capacità di fronteggiarlo (variabili) e le caratteristiche dello stressor e dell’ambiente, più o meno supportivo


In alcuni casi lo stress può essere anche positivo, lo definiamo allora eustress: ci spinge ad una risposta di adattamento positiva, promuove un cambiamento, favorisce una maggiore vitalità. Ma il più delle volte quando parliamo di stress, ci riferiamo ad esso nella sua accezione negativa e parliamo in questo caso di distress: provocato da stressor nocivi, dannosi, che producono una sofferenza che può manifestarsi con diversa sintomatologia fisica (es. mal di testa/ di stomaco, insonnia, diminuzione delle difese immunitarie) e/o psicologica (disturbi dell’adattamento, disturbi psicosomatici, disturbi d’ansia, ecc.).

 

FASI DELLO STRESS

Gli effetti dello stress possono essere di diverso tipo, e manifestarsi sia sul piano fisiologico che psicologico con una diversa gravità anche in base al perdurare della condizione stressante.


Possiamo infatti individuare tre fasi di risposta allo stress:

  • una prima fase acuta, o di allarme, nella quale si attivano le prime normali risposte di attivazione per gestire l’evento, e che comportano un aumento del cortisolo, una maggiore tensione muscolare e maggiore pressione cardiaca;
  • una seconda fase di resistenza, quando lo stressor non viene eliminato, perdura, ma non è incompatibile con la sopravvivenza, pertanto l’individuo convive con esso e continua a rispondere ad esso, di solito con reazioni opposte a quelle messe in atto nella prima fase, quindi non più con risposte di attivazione e di aumento della tensione, ma impiegando le sue risorse in risposte che permettano di riportare il corpo in una condizione di equilibrio;
  •  una terza fase di esaurimento, nella quale a seguito del perdurare della condizione stressante, e/o per la sua eccessiva intensità, l’organismo esaurisce le risorse a disposizione per rispondervi e pertanto può presentarsi una sofferenza che può produrre varie manifestazioni sintomatologiche.


FARE CIÒ CHE CONTA NEI MOMENTI DI STRESS: UNA GUIDA ILLUSTRATA

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha predisposto pertanto una guida (“Doing what matters in times of stress – An illustreted guide”) grazie alla quale ogni individuo che si trovi ad affrontare degli eventi stressanti può imparare a gestire lo stress.


Si tratta di una guida illustrata, di semplice utilizzo, che mira a fornire ad ogni persona delle abilità pratiche per la gestione dello stress, per mezzo di esercizi eseguibili quotidianamente in pochi minuti e pratiche di self-help.


La guida è disponibile sul sito dell’OMS in 11 lingue, comprese quella italiana nella versione curata dall’Università Kore di Enna e dall’Università di Verona, e scaricabile gratuitamente cliccando qui


Nella guida si evidenzia che “le cause di stress possono essere molte: difficoltà personali (ad es. conflitti familiari, solitudine, difficoltà economiche, preoccupazioni per il futuro), problemi sul posto di lavoro (ad es. conflitti con i colleghi, lo svolgimento di lavori estremamente duri o insicuri, o un posto di lavoro precario) o altre importanti minacce (ad es. violenza, malattia, mancanza di opportunità economiche). Questa guida è rivolta a chiunque soffra di stress, dai genitori, agli assistenti, agli operatori sanitari che lavorano in situazioni pericolose. Si rivolge sia alle persone che sono fuggite dalla guerra, perdendo tutto ciò che avevano, sia alle persone che vivono in contesti sicuri. Tutte le persone, indipendentemente da dove vivano, possono sperimentare alti livelli di stress.”


SIAMO TUTTI STRESSATI? “CHECK-LIST” DELLO STRESS

Ma come capire se siamo “stressati”? Capita a tutti di definirsi così di tanto in tanto, ma lo stress nella sua accezione clinica si manifesta mediante tipiche espressioni, che incontriamo a più livelli:

  • a livello fisico: con sintomi quali mal di testa, mal di stomaco, tensione/dolore muscolare su collo o spalle, tachicardia, sudorazione, alterazioni del ciclo sonno veglia o dell’alimentazioni, problemi legati alla sfera sessuale;
  • a livello emozionale: nervosismo, agitazione, senso di impotenza, tensione, rabbia, senso di inefficacia, tristezza, ansia, crisi di pianto;
  • a livello cognitivo: sensazione di confusione, difficoltà a pensare e a prendere decisioni, eccessiva distraibilità, ma anche preoccupazione costante, blocco della creatività e della possibilità di pensare a soluzioni alternative;
  • a livello comportamentale: lo stress può indurre comportamenti disfunzionali che però producono una momentanea sensazione di benessere a breve termine come ad esempio l’uso di sostanze, un eccesso nell’uso di alcolici, o un ricorso ad una alimentazione compulsiva; possono inoltre manifestarsi tensioni posturali e bruxismo (digrignare i denti).


È possibile provare a ridurre i sintomi dello stress ora elencati attraverso alcune pratiche che possono essere svolte individualmente, e la guida fornita dall’OMS può essere una risorsa utile. 

Quando tuttavia i sintomi diventano persistenti e provocano una sofferenza o un disagio importanti (che potrebbero sfociare in disturbi dell'adattamento, disturbi acuti da stress, o manifestarsi con disturbi dell'umore o d'ansia), è opportuno consultare uno psicologo psicoterapeuta per valutare in modo più approfondito la situazione e individuare un percorso che consenta di ritornare ad affrontare la quotidianità in modo più sereno e con maggiori risorse.

 

 

Fonti:

- World Health Organization: https://www.who.int/publications/i/item/9789240003927

- “Fare ciò che conta nei momenti di stress: una guida illustrata”, a cura dell’Università Kore di Enna e dell’Università di Verona, 2020.

 
Foto di Pedro Figueras da Pixabay